Le Funzioni Esecutive sono i diversi processi mentali, che vengono messi in atto nel momento in cui si tenta di perseguire uno scopo
Che cosa sono le Funzioni Esecutive
Quando abbiamo un fine, per raggiungerlo, pianifichiamo e progettiamo il nostro comportamento.
Le Funzione Esecutive sono i diversi processi mentali che vengono messi in atto nel momento in cui si tenta di perseguire uno scopo.
Inibizione, memoria di lavoroe flessibilità cognitiva, s’intrecciano con altri processi di natura cognitiva, emotiva e motivazionale guidando il comportamento verso la meta.
Un buono sviluppo di questi processi mentali consente ai bambini, che in seguito saranno adulti, di avere un funzionamento adattivo nei diversi contesti della vita quotidiana (casa, scuola, lavoro e relazioni interpersonali).
Di contro il deficit in una o più di queste aree può comportare diversi disturbi come forte distraibilità, tendenza a procrastinare, scarsa pianificazione e difficoltà nella regolazione delle risposte emotive; questo può essere tradotto in difficoltà di apprendimento e di comportamento.
A proposito delle Funzioni Esecutive
- Funzioni COOL: ovvero processi di natura cognitiva, utilizzati per risolvere problemi astratti e decontestualizzati.
- Funzioni HOT: processi affettivi del funzionamento esecutivo, coinvolti nella regolazione dell’emotività e della motivazione.
La memoria di lavoro, ci permette contemporaneamente di mantenere immagazzinate alcune informazioni e di manipolarle.
La flessibilità cognitiva, infine, consente di variare e modificare set mentali in base alle informazioni provenienti dall’ambiente circostante.
Lo sviluppo cerebrale: le aree verdi - giallo - arancione sono immature

Come si sviluppano le Funzioni Esecutive
Nei primi anni di vita cominciano a svilupparsi le abilità basilari, l’inibizione ad esempio può essere valutata già dai 2 anni di età, osservando quanto il bambino sa aspettare l’azione dell’altro prima di agire, evitando di essere impulsivo.
Tra i 4 e i 5 anni, i cambiamenti strutturali a cui va incontro il cervello, in particolare nelle aree della corteccia prefrontale, delle strutture corticali e sottocorticali, favoriscono l’espressione delle abilità più complesse, tra cui la memoria di lavoro.
Fino ai 6 anni è comune vedere i bambini parlare tra sè ad alta voce: l’utilizzo alternato di modalità verbali e non verbali, pone, in maniera progressiva, le basi per la memoria di lavoro.
Con l’inizio della scuola primaria avviene la vera e propria interiorizzazione delle Funzioni Esecutive: il bambino sviluppa la capacità di autoregolarsi, comincia a porsi degli obiettivi, scompone e ricompone le azioni e costruisce degli schemi mentali per poter comprendere e utilizzare le regole.
Sono questi i processi che sottendono, e consentono, l’apprendimento.
Numerosi sono gli studi che evidenziano come lo sviluppo delle Funzioni Esecutive a 2 anni sia predittivo dei prerequisiti di apprendimento a 5: bambini con sufficiente capacità di attesa della gratificazione(inibizione), saranno più in grado di elaborare e utilizzare le informazioni adeguate al momento giusto(memoria di lavoro).
Le Funzioni Esecutive in Adolescenza
Nel periodo dell’adolescenza le funzioni esecutive vedono il loro più rapido sviluppo.
Dai 12 anni maturano fluenza verbale e capacità di pianificare sequenze motorie complesse.
L’acquisizione di queste abilità consente agli adolescenti di rispondere alle maggiori richieste, che derivano dall’ambiente e dal più ampio contesto sociale.
Tra le scuole medie e le scuole superiori, il ruolo delle funzioni esecutive nell’apprendimento diviene ancor più fondamentale: da modelli d’insegnamento statici tipici della scuola primaria, caratterizzati dal passaggio lineare di contenuti adulto - bambino, durante gli anni della scuola secondaria, all’adolescente è richiesto di mettere in discussione dipendenza e passività, sperimentando maggiori spazi di autonomia.
Le sfide a cui i ragazzi sono sottoposti in ambito scolastico sono complesse, così non è infrequente che un deficit a carico delle funzioni esecutive si traduca in difficoltà d’apprendimento.
Alcuni esempi riguardano studenti facilmente distraibili, che tendono a procrastinare, poco capaci di pianificare o di regolare le proprie emozioni.
Per i genitori, per gli insegnanti e per i professionisti dell’età evolutiva, è importante allora non leggere le difficoltà scolastiche esclusivamente in relazione al quoziente intellettivo, ma tenere in considerazione il ruolo delle funzioni esecutive, capirne lo sviluppo e il modo di allenarle.
Fattori protettivi e fattori di rischio nello sviluppo delle Funzioni Esecutive
Sono molti e di diversa natura gli elementi che influenzano lo sviluppo delle Funzioni Esecutive: dall’alimentazione adeguata, che aiuta una buona crescita fisica e cerebrale del bambino, fino alla sensibilità materna come sostegno alla comprensione e alla rilettura dei bisogni del figlio.
Situazioni di caos familiare, come nel caso di separazioni conflittuali o d’incoerenza educativa, o ancora, familiarità psichiatrica,sono invece fattori che incidono invece negativamente.
Tutto questo, insieme a come il temperamento del bambino interagirà con la personalità dei genitori, determinerà le traiettorie di crescita delle Funzioni Esecutive con conseguenze sia sul successo scolastico che sul comportamento.
Bambini che mostrano forte impulsività, distraibilità e scarso autocontrollo saranno più probabilmente adulti che tenderanno ad essere meno produttivi, ad avere maggiori problemi di salute e a compiere maggiori crimini.
Alcuni disturbi dell'età evolutiva legati a carenze delle Funzioni Esecutive sono:
- Disturbi Specifici dell’Apprendimento: in relazione a problematiche a carico della memoria di lavoro fonologica e visuo-spaziale, dell’inibizione, pianificazione e flessibilità cognitiva;
- Disturbi da Deficit di Attenzione – Iperattività: correlati anche qui ai processi d’inibizione, memoria di lavoro e flessibilità cognitiva;
- Disturbo della Condotta: in questo caso la mancanza di attenzione verso le conseguenze dei propri comportamenti si associa alla difficoltà di modificare il comportamento stesso.
Interventi possibili
Gli interventi di potenziamento e riabilitazione delle Funzioni Esecutive devono essere sempre preceduti da un’accurata valutazione del soggetto e del contesto.
Identificato il dominio esecutivo da cui derivano i comportamenti problematici, gli interventi si rivolgono a:
- Bambino - Adolescente: oltre al mantenimento della motivazione, i training si concentrano sull’insegnamento diretto delle abilità e l’interferenza con abitudini problematiche, che in ambito scolastico sono ad esempio dimenticarsi materiale, o interrompere prima un’attività prima di concluderla;
- Ambiente: azioni sul contesto fisico, sociale e sulle modalità d’interazione degli adulti con lo studente;
- Genitori: sostenuti nelle difficoltà di gestione del figlio e coinvolti nel trattamento, dal momento che lo stile genitoriale ha incidenza rilevante sullo sviluppo psicoemotivo del bambino.